Tra i molti bellissimi luoghi che compongono il territorio montano elvetico, ve ne è uno che amo in modo particolare, e che visito ogni estate: il Canton Grigioni.
Dico sempre che in un futuro mi piacerebbe andarci a vivere.
Amo questo Cantone perché racchiude in sé molte anime. Innanzitutto tre lingue, tedesco, italiano e romancio, uno strano idioma che suona come un miscuglio degli altri due, buffo e affascinante insieme.
Nei nomi dei comuni e dei luoghi echeggia la poesia di questo connubio di idiomi: Maloja, Disentis, Vicosoprano, la Via Mala, Coltura, Castelmur, Samedan, Sils, Silvaplana, Promontogno.
Passi, antiche vie che attraversano le montagne, abbazie, piccoli tranquilli paesini adagiati lungo la strada, foreste, gole nascoste.
Ma anche il glamour e gli eventi internazionali, sportivi ed economici, che si svolgono a Davos e a San Moritz, probabilmente i luoghi più noti all'estero di questo territorio.
Per me però il vero spirito di questo Cantone va cercato appunto nei nomi poetici dei suoi comuni; nella bellezza composta di Palazzo Castelmur, un vero luogo di meraviglie, una casa dei sogni, con i suoi pavimenti in legno, le carte da parati, la grande sala con la luce che entra a fiotti dalle ampie finestre; nel vento che soffia sull'azzurro lago di Silvaplana colorato da decine di kite surfers che nella bella stagione si sfidano sulle sue acque; nell'aria frizzante del passo del San Bernardino, fatto di roccia, erba verde e cielo; nella storia ricca di artisti nati in questa terra, come Giacometti, nativo della Bregaglia, e che di certo hanno portato sempre con sé la magia di questi luoghi; la profonda, oscura gola della Via Mala, che incute timore oggi come un tempo, rimasta intatta nella sua bellezza selvaggia; nell'antico Hotel Bregaglia, lungo la strada che scende verso l'Italia e Chiavenna; in quella vecchia splendida casa a Promontogno, con il suo giardino pieno di rose, che diffondono tutto intorno il loro profumo.
Sarebbe bello essere lì ora, affacciata a quel vecchio ponte di pietra vicino al mulino, la carezza del sole, la promessa dell'estate, e le fitte foreste attraversate da un soffio di vento, che sussurra i segreti di quella terra incantata.
Palazzo Castelmur fotografato da me qualche estate fa |