No, dico, ma che costume da bagno da Bond girl ho comperato ieri? :-)
Adocchiavo questo tipo di costume già da diverso tempo, ma avevo sempre rimandato l'acquisto, perché mi sembrava un po' estremo.
Poi ieri entro da Oysho con l'intenzione di prendermi un bikini, ma subito mi cade l'occhio su questo costume. E mi son detta, bé, prima di invecchiare troppo o di incicciosirmi orrendamente (spero di no ma non si può mai dire) voglio provare l'ebbrezza di portare un costume come questo :-)
Che poi lo userò prevalentemente nella piscina gonfiabile in giardino, ma mi basterà chiudere gli occhi per immaginarmi, che so, in un contesto stile Montecarlo, eh eh eh!
E con questo inutilissimo post auguro a tutti una buona domenica sera.
domenica 2 giugno 2013
lunedì 29 aprile 2013
Quelle felici scoperte
Ogni tanto si incappa in qualcosa di speciale, qualcosa che ti fa dire: ma come, ho ignorato fino ad ora la sua esistenza? Come ho potuto?
E' questa la sensazione che ho provato con la scoperta fortuita di uno scrittore di cui non avevo aimé mai sentito parlare. Va anche detto che in Italia non è molto conosciuto.
Sto parlando del signore qui sotto, Clark Ashton Smith.
Scultore, poeta, pittore, e autore di splendidi racconti che mescolano horror, fantasy e fantascienza. L'ho scoperto appunto nella sua veste di scrittore scaricando sul kindle una sua raccolta, Mondi Perduti, semplicemente seguendo un'ispirazione.
Fin dalle prime pagine ho sentito di avere trovato un Autore che incontra perfettamente il mio gusto. E come non potrebbe, vista la mia passione per il genere, e per altri grandi maestri come Poe e Lovecraft (quest'ultimo grande amico epistolare di Clark)?
Oltre che dalla sua prodigiosa immaginazione, sono rimasta molto colpita dal suo linguaggio. Certo, lo sto leggendo in italiano e non in inglese, ma anche in traduzione spiccano coloro che padroneggiano davvero le parole. Coloro che non si limitano a raccontare una storia, ma lo fanno con un loro proprio stile. C'è molta poesia nei cupi, fantastici racconti di Clark Ashton Smith. In fondo lui è nato come poeta, e le parole le ha sempre amate e sapute mescolare con sapienza.
In questi ultimi tempi ho pensato di abbandonare per sempre le mie "velleità letterarie". Di lasciare a vegetare nel Mac i miei racconti compiuti e di non portare a termine gli incompiuti. Insomma, di non scrivere più, di metterci una pietra sopra. Perché sono pigra, perché ho trovato nella fotografia un mezzo più rapido per raccontare, perché quando penso a gente come, ad esempio, Nabokov, mi dico che quello che scrivo io non possiede quella perfezione, quella bellezza, e quei molteplici livelli di lettura neanche lontanamente, perché sono una lettrice esigente e temo che non sarei all'altezza delle mie stesse aspettative.
E poi...e poi ho trovato Clark Ashton Smith e i suoi racconti che sfuggono ad una categorizzazione precisa, ma che sono così evocativi e ben scritti. Che deliziano il mio gusto di lettrice, e allo stesso tempo stuzzicano la pigra scrittrice che se ne sta da sempre nella mia testa.
E allora ho ripensato ai miei racconti custoditi in questo hard disk.
Per anni mi sono affannata a cercare di capire quale potesse essere il mio campo, e il mio stile. Dopo molti vicoli ciechi, ho trovato la strada per dare vita a racconti che non saprei bene come classificare, ma che sono profondamente miei. Anche se dovessero restare per sempre in un cassetto.
Insomma, caro Clark, grazie a te continuerò a scrivere. Perché in fondo l'ho sempre saputo che la mia strada la dovevo cercare nel solco di racconti come i tuoi. Immagino faccia parte della mia natura. Una naturale inclinazione per il mistero. I primi racconti che sono riuscita a concludere vanno tutti in quella direzione.
Prometto di impegnarmi, di scacciare questa mia cronica incostanza mista a pigrizia, che troppo spesso ha interferito con la realizzazione dei cento progetti, letterari e non, che mi frullano in testa.
Lo prometto a me stessa e anche a questo fantastico creatore di mondi, modernissimo, mai banale, che è stato Clark Ashton Smith.
E' questa la sensazione che ho provato con la scoperta fortuita di uno scrittore di cui non avevo aimé mai sentito parlare. Va anche detto che in Italia non è molto conosciuto.
Sto parlando del signore qui sotto, Clark Ashton Smith.
Scultore, poeta, pittore, e autore di splendidi racconti che mescolano horror, fantasy e fantascienza. L'ho scoperto appunto nella sua veste di scrittore scaricando sul kindle una sua raccolta, Mondi Perduti, semplicemente seguendo un'ispirazione.
Fin dalle prime pagine ho sentito di avere trovato un Autore che incontra perfettamente il mio gusto. E come non potrebbe, vista la mia passione per il genere, e per altri grandi maestri come Poe e Lovecraft (quest'ultimo grande amico epistolare di Clark)?
Oltre che dalla sua prodigiosa immaginazione, sono rimasta molto colpita dal suo linguaggio. Certo, lo sto leggendo in italiano e non in inglese, ma anche in traduzione spiccano coloro che padroneggiano davvero le parole. Coloro che non si limitano a raccontare una storia, ma lo fanno con un loro proprio stile. C'è molta poesia nei cupi, fantastici racconti di Clark Ashton Smith. In fondo lui è nato come poeta, e le parole le ha sempre amate e sapute mescolare con sapienza.
In questi ultimi tempi ho pensato di abbandonare per sempre le mie "velleità letterarie". Di lasciare a vegetare nel Mac i miei racconti compiuti e di non portare a termine gli incompiuti. Insomma, di non scrivere più, di metterci una pietra sopra. Perché sono pigra, perché ho trovato nella fotografia un mezzo più rapido per raccontare, perché quando penso a gente come, ad esempio, Nabokov, mi dico che quello che scrivo io non possiede quella perfezione, quella bellezza, e quei molteplici livelli di lettura neanche lontanamente, perché sono una lettrice esigente e temo che non sarei all'altezza delle mie stesse aspettative.
E poi...e poi ho trovato Clark Ashton Smith e i suoi racconti che sfuggono ad una categorizzazione precisa, ma che sono così evocativi e ben scritti. Che deliziano il mio gusto di lettrice, e allo stesso tempo stuzzicano la pigra scrittrice che se ne sta da sempre nella mia testa.
E allora ho ripensato ai miei racconti custoditi in questo hard disk.
Per anni mi sono affannata a cercare di capire quale potesse essere il mio campo, e il mio stile. Dopo molti vicoli ciechi, ho trovato la strada per dare vita a racconti che non saprei bene come classificare, ma che sono profondamente miei. Anche se dovessero restare per sempre in un cassetto.
Insomma, caro Clark, grazie a te continuerò a scrivere. Perché in fondo l'ho sempre saputo che la mia strada la dovevo cercare nel solco di racconti come i tuoi. Immagino faccia parte della mia natura. Una naturale inclinazione per il mistero. I primi racconti che sono riuscita a concludere vanno tutti in quella direzione.
Prometto di impegnarmi, di scacciare questa mia cronica incostanza mista a pigrizia, che troppo spesso ha interferito con la realizzazione dei cento progetti, letterari e non, che mi frullano in testa.
Lo prometto a me stessa e anche a questo fantastico creatore di mondi, modernissimo, mai banale, che è stato Clark Ashton Smith.
Etichette:
Clark Ashton Smith,
classici,
Fantascienza,
Fantasy,
horror,
Letture,
Lovecraft,
Maestri,
Mondi perduti,
Poe,
Scrivere
sabato 30 marzo 2013
L'Armando, un piccolo tributo
Mi sono imbattuta in questo video un po' di tempo fa. Lo propongo qui oggi che Enzo Jannacci ci ha lasciati.
mercoledì 20 marzo 2013
Pensieri su una fumata bianca
Una settimana fa la fumata bianca mi ha colta mentre mi stavo avidamente portando alla bocca una forchettata di trofie al pesto. Sì, poco dopo le sette ero già a tavola davanti al mio piatto di trofie, anche perché ultimamente in studio a pranzo mangiamo insalate, essendosi G. messo a dieta e io adeguandomi per solidarietà. Ciò mi porta ad arrivare alla sera con quella che definirei una fame da lupo, e dunque prima mi metto a tavola meglio è.
Dunque, mi stavo mangiando le trofie alle quali pensavo già dal tardo pomeriggio, quando ecco che dal famoso comignolo comincia ad uscire il candido fumo.
Vi dico, mi sono emozionata. Pur non essendo io credente, e, non essendo neppure stata battezzata, non avendo mai avuto a che fare con la chiesa in nessun modo, e avendo sempre considerato la presenza del Papa un fatto direi ininfluente nella mia vita, pur tutto ciò, quell'immagine delle volute bianche che fuoriuscivano dal comignolo nell'aria nera della sera, mi ha emozionata.
Sono nata che c'era già Wojtila, dunque la mia prima fumata bianca l'ho vissuta quando hanno eletto Ratzinger. Anche allora avevo seguito il tutto, perché, non avendolo mai vissuto, mi incuriosiva molto.
E ho seguito tutto anche la scorsa settimana. Finite le trofie ho preso posizione sul divano con la mia inseparabile coperta, davanti alla TV, ad aspettare la comparsa del nuovo Papa.
Ormai ero davvero curiosa, sì, una curiosità mista ad una piccola ansia (sensazioni tipo quelle da qualifica dei gran premi, permettetemi questo paragone forse blasfemo, quando si decide la pole position). Insomma, arriva o no? Si apre 'sta finestra, 'sto tendaggio?
E intanto i giornalisti, gli "esperti", a fare supposizioni, e Scola, e un Papa americano, o nero, o giallo, e basta! E che esca!
E poi è uscito il cardinale che annuncia il gaudium magnum: habemus papam.
Che poi questo cardinale era parecchio strano, non so a voi che impressione abbia fatto, ma a me è parso che lo avessero appena fatto uscire da qualche catacomba...mah, sarà stata l'emozione del momento.
Comunque, ecco che annuncia il nome. Se non altro capisco che non è Scola. Poi un inviato dice: " E' Bergoglio".
Mai sentito. Però ha scelto di chiamarsi Francesco.
Già questo me lo ha reso simpatico. Poi il nuovo Papa è finalmente uscito e ha salutato la folla immensa con un semplice buonasera. Anche questo mi è piaciuto. Buonasera.
E' trascorsa appena una settimana dall'elezione del cardinale Bergoglio al soglio pontificio. Già in questi pochi giorni comunque il nuovo papa ci ha stupito per la sua informalità, il suo voler rimanere semplice.
Mi sembra un pontefice che saprà essere una figura positiva per tutti, e che divulgherà dei buoni valori, condivisibili anche da chi come me non è credente.
Pure mia mamma, di solito iper critica nei confronti della Chiesa, lo guarda con simpatia. E come lei parecchie persone con cui mi è capitato di parlare.
Mi sembra una persona onesta, aperta, e sono contenta che sia comparso sulla scena.
Caro Francesco, buon lavoro, ne avrà di cose da sistemare. Se poi penserà almeno un po' anche ai nostri amici animali, che troppo spesso stanno tra gli ultimi, sarebbe davvero bello.
Dunque, mi stavo mangiando le trofie alle quali pensavo già dal tardo pomeriggio, quando ecco che dal famoso comignolo comincia ad uscire il candido fumo.
Vi dico, mi sono emozionata. Pur non essendo io credente, e, non essendo neppure stata battezzata, non avendo mai avuto a che fare con la chiesa in nessun modo, e avendo sempre considerato la presenza del Papa un fatto direi ininfluente nella mia vita, pur tutto ciò, quell'immagine delle volute bianche che fuoriuscivano dal comignolo nell'aria nera della sera, mi ha emozionata.
Sono nata che c'era già Wojtila, dunque la mia prima fumata bianca l'ho vissuta quando hanno eletto Ratzinger. Anche allora avevo seguito il tutto, perché, non avendolo mai vissuto, mi incuriosiva molto.
E ho seguito tutto anche la scorsa settimana. Finite le trofie ho preso posizione sul divano con la mia inseparabile coperta, davanti alla TV, ad aspettare la comparsa del nuovo Papa.
Ormai ero davvero curiosa, sì, una curiosità mista ad una piccola ansia (sensazioni tipo quelle da qualifica dei gran premi, permettetemi questo paragone forse blasfemo, quando si decide la pole position). Insomma, arriva o no? Si apre 'sta finestra, 'sto tendaggio?
E intanto i giornalisti, gli "esperti", a fare supposizioni, e Scola, e un Papa americano, o nero, o giallo, e basta! E che esca!
E poi è uscito il cardinale che annuncia il gaudium magnum: habemus papam.
Che poi questo cardinale era parecchio strano, non so a voi che impressione abbia fatto, ma a me è parso che lo avessero appena fatto uscire da qualche catacomba...mah, sarà stata l'emozione del momento.
Comunque, ecco che annuncia il nome. Se non altro capisco che non è Scola. Poi un inviato dice: " E' Bergoglio".
Mai sentito. Però ha scelto di chiamarsi Francesco.
Già questo me lo ha reso simpatico. Poi il nuovo Papa è finalmente uscito e ha salutato la folla immensa con un semplice buonasera. Anche questo mi è piaciuto. Buonasera.
E' trascorsa appena una settimana dall'elezione del cardinale Bergoglio al soglio pontificio. Già in questi pochi giorni comunque il nuovo papa ci ha stupito per la sua informalità, il suo voler rimanere semplice.
Mi sembra un pontefice che saprà essere una figura positiva per tutti, e che divulgherà dei buoni valori, condivisibili anche da chi come me non è credente.
Pure mia mamma, di solito iper critica nei confronti della Chiesa, lo guarda con simpatia. E come lei parecchie persone con cui mi è capitato di parlare.
Mi sembra una persona onesta, aperta, e sono contenta che sia comparso sulla scena.
Caro Francesco, buon lavoro, ne avrà di cose da sistemare. Se poi penserà almeno un po' anche ai nostri amici animali, che troppo spesso stanno tra gli ultimi, sarebbe davvero bello.
il gabbiano sul comignolo |
Etichette:
Bergoglio,
Francesco,
fumata bianca,
Habemus papam,
Papa,
Vaticano
mercoledì 13 febbraio 2013
lunedì 11 febbraio 2013
Questa sera nevosa
giovedì 7 febbraio 2013
Di che cosa siamo fatti - Body Worlds
Questa mattina ho visitato la mostra Body Worlds, allestita alla Fabbrica del Vapore a Milano.
Ne avrete sentito parlare, in quanto è una mostra famosissima, portata in tutto il mondo, che espone corpi e organi trattati con il metodo della plastinazione, tecnica di conservazione ideata dall'anatomopatologo tedesco Gunther von Hagens.
L'effetto del trattamento è questo qui sotto:
I corpi sono donati da volontari che danno il loro consenso a divenire, da defunti, parte delle mostre di Body Worlds.
Fa una certa impressione pensare che quelli esposti in pose plastiche nelle teche (ad esempio un giocatore di scacchi, un ginnasta che si regge sugli anelli, dei giocatori di carte, tra l'altro per la cronaca apparsi anche in 007 Casinò Royale in una scena del film, una donna che tira con l'arco, un cavallo impennato, per citarne alcuni) sono stati esseri viventi, come siamo noi ora.
Ed è strano pensare che sotto la nostra pelle anche noi siamo così, e portiamo in noi quell'ingranaggio incredibile che è il nostro organismo. Che purtroppo non è eterno, e, oltre ad un inevitabile invecchiamento, può ammalarsi. Insomma, può tradirci.
Nella mostra c'erano anche molti organi sia sani che malati, tipo il cuore, il cervello, i polmoni, i reni.
Ho pensato una volta di più che è strano essere soggetti allo scorrere del tempo, a possibili malattie, legati indissolubilmente al nostro involucro, al nostro meccanismo interno così meraviglioso ma così fragile in fondo, noi che non siamo soltanto un corpo, ma anche e soprattutto un'anima, intendendo per anima la nostra essenza, i nostri pensieri, il nostro essere noi.
Personalmente visito le mostre spinta da un interesse estetico. Non sono una che sta a leggere tutti i pannelli, e anche a quelli brevi dò in genere una rapida scorsa, cercando di carpire le informazioni essenziali. Ciò è probabilmente una mia lacuna, ma son fatta così. Vado alle mostre che mi ispirano essenzialmente per osservare, poi mi documento dopo, se ne sento il bisogno.
In merito a Body Worlds avrei apprezzato che ci fossero più soggetti esposti, ma a quanto ho capito la mostra può variare da paese a paese. Comunque molto interessante, qualcosa che vale la pena di vedere.
Resta a Milano fino al 17 febbraio.
Ne avrete sentito parlare, in quanto è una mostra famosissima, portata in tutto il mondo, che espone corpi e organi trattati con il metodo della plastinazione, tecnica di conservazione ideata dall'anatomopatologo tedesco Gunther von Hagens.
L'effetto del trattamento è questo qui sotto:
I corpi sono donati da volontari che danno il loro consenso a divenire, da defunti, parte delle mostre di Body Worlds.
Fa una certa impressione pensare che quelli esposti in pose plastiche nelle teche (ad esempio un giocatore di scacchi, un ginnasta che si regge sugli anelli, dei giocatori di carte, tra l'altro per la cronaca apparsi anche in 007 Casinò Royale in una scena del film, una donna che tira con l'arco, un cavallo impennato, per citarne alcuni) sono stati esseri viventi, come siamo noi ora.
Ed è strano pensare che sotto la nostra pelle anche noi siamo così, e portiamo in noi quell'ingranaggio incredibile che è il nostro organismo. Che purtroppo non è eterno, e, oltre ad un inevitabile invecchiamento, può ammalarsi. Insomma, può tradirci.
Nella mostra c'erano anche molti organi sia sani che malati, tipo il cuore, il cervello, i polmoni, i reni.
Ho pensato una volta di più che è strano essere soggetti allo scorrere del tempo, a possibili malattie, legati indissolubilmente al nostro involucro, al nostro meccanismo interno così meraviglioso ma così fragile in fondo, noi che non siamo soltanto un corpo, ma anche e soprattutto un'anima, intendendo per anima la nostra essenza, i nostri pensieri, il nostro essere noi.
I giocatori di poker |
Personalmente visito le mostre spinta da un interesse estetico. Non sono una che sta a leggere tutti i pannelli, e anche a quelli brevi dò in genere una rapida scorsa, cercando di carpire le informazioni essenziali. Ciò è probabilmente una mia lacuna, ma son fatta così. Vado alle mostre che mi ispirano essenzialmente per osservare, poi mi documento dopo, se ne sento il bisogno.
In merito a Body Worlds avrei apprezzato che ci fossero più soggetti esposti, ma a quanto ho capito la mostra può variare da paese a paese. Comunque molto interessante, qualcosa che vale la pena di vedere.
Resta a Milano fino al 17 febbraio.
Iscriviti a:
Post (Atom)