lunedì 29 aprile 2013

Quelle felici scoperte

Ogni tanto si incappa in qualcosa di speciale, qualcosa che ti fa dire: ma come, ho ignorato fino ad ora la sua esistenza? Come ho potuto?
E' questa la sensazione che ho provato con la scoperta fortuita di uno scrittore di cui non avevo aimé mai sentito parlare. Va anche detto che in Italia non è molto conosciuto.
Sto parlando del signore qui sotto, Clark Ashton Smith.



Scultore, poeta, pittore, e autore di splendidi racconti che mescolano horror, fantasy e fantascienza. L'ho scoperto appunto nella sua veste di scrittore scaricando sul kindle una sua raccolta, Mondi Perduti, semplicemente seguendo un'ispirazione.
Fin dalle prime pagine ho sentito di avere trovato un Autore che incontra perfettamente il mio gusto. E come non potrebbe, vista la mia passione per il genere, e per altri grandi maestri come Poe e Lovecraft (quest'ultimo grande amico epistolare di Clark)?
Oltre che dalla sua prodigiosa immaginazione, sono rimasta molto colpita dal suo linguaggio. Certo, lo sto leggendo in italiano e non in inglese, ma anche in traduzione spiccano coloro che padroneggiano davvero le parole. Coloro che non si limitano a raccontare una storia, ma lo fanno con un loro proprio stile. C'è molta poesia nei cupi, fantastici racconti di Clark Ashton Smith. In fondo lui è nato come poeta, e le parole le ha sempre amate e sapute mescolare con sapienza.

In questi ultimi tempi ho pensato di abbandonare per sempre le mie "velleità letterarie". Di lasciare a vegetare nel Mac i miei racconti compiuti e di non portare a termine gli incompiuti. Insomma, di non scrivere più, di metterci una pietra sopra. Perché sono pigra, perché ho trovato nella fotografia un mezzo più rapido per raccontare, perché quando penso a gente come, ad esempio, Nabokov, mi dico che quello che scrivo io non possiede quella perfezione, quella bellezza, e quei molteplici livelli di lettura neanche lontanamente, perché sono una lettrice esigente e temo che non sarei all'altezza delle mie stesse aspettative.
E poi...e poi ho trovato Clark Ashton Smith e i suoi racconti che sfuggono ad una categorizzazione precisa, ma che sono così evocativi e ben scritti. Che deliziano il mio gusto di lettrice, e allo stesso tempo stuzzicano la pigra scrittrice che se ne sta da sempre nella mia testa.
E allora ho ripensato ai miei racconti custoditi in questo hard disk.
Per anni mi sono affannata a cercare di capire quale potesse essere il mio campo, e il mio stile. Dopo molti vicoli ciechi, ho trovato la strada per dare vita a racconti che non saprei bene come classificare, ma che sono profondamente miei. Anche se dovessero restare per sempre in un cassetto.
Insomma, caro Clark, grazie a te continuerò a scrivere. Perché in fondo l'ho sempre saputo che la mia strada la dovevo cercare nel solco di racconti come i tuoi. Immagino faccia parte della mia natura. Una naturale inclinazione per il mistero. I primi racconti che sono riuscita a concludere vanno tutti in quella direzione.
Prometto di impegnarmi, di scacciare questa mia cronica incostanza mista a pigrizia, che troppo spesso ha interferito con la realizzazione dei cento progetti, letterari e non, che mi frullano in testa.
Lo prometto a me stessa e anche a questo fantastico creatore di mondi, modernissimo, mai banale, che è stato Clark Ashton Smith.





2 commenti:

  1. A questo punto mi hai instillato una doppia curiosità: quella di leggere i racconti di Clark Ashton Smith; e quella di leggerne qualcuno dei tuoi, magari. ;-)

    Un abbraccio, è sempre un piacere passare da queste parti. E dai il solito bacino a Clint. :-)

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    1. Clark Ashton Smith non penso possa deluderti, per me non garantisco :-)

      Clint ricambia il bacino

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